Riportiamo e traduciamo una intervista alla Professoressa Hélène Glykatzi-Ahrweiler.
" La più alta espressione di tutta la civiltà ellenistica è stata esattamente BISANZIO. Anche se l'antichità può oscurare tutti gli anni medievali - cioè oltre mille anni -, l'Ellenismo brilla ovunque come Ellenismo Bizantino.
Ce lo siamo dimenticati, perché abbiamo dimenticato che tutto il Rinascimento, in seguito, si deve all'Occidente; e quindi nessuno ormai si interessa più degli "scismatici" come chiamavano i Bizantini in Occidente.
Ma questo però non è stato dimenticato dalla Grecia. E Palamàs ha scritto giustamente "delle Grecie" per indicare ovunque la Grecia, le Grecie che conosciamo cioè. Una sola è la ROMIOSYNE la Romanitas, e la ROMIOSYNE è esattamente la BISANZIO greca."
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Commento
Le affermazioni della Professoressa Hélène Ahrweiler sono un manifesto potente e incisivo sulla centralità di Bisanzio nella continuità dell'Ellenismo e sulla sua ingiusta marginalizzazione nella storiografia occidentale, specialmente in relazione al Rinascimento. Cerchiamo di analizzare i punti chiave
1. Bisanzio come Culmine della Civiltà Ellenistica:
- Contesto Storiografico: Per lungo tempo, la storiografia occidentale ha teso a vedere il mondo greco come un'epoca d'oro (l'Antichità classica) seguita da un "periodo oscuro" medievale, fino alla riscoperta dell'antichità nel Rinascimento. Questa visione ha spesso minimizzato o ignorato il ruolo fondamentale di Bisanzio. La Prof. Ahrweiler, come molti bizantinisti moderni, contesta fermamente questa narrativa..
- Argomentazione: L'affermazione che Bisanzio sia la "più alta espressione di tutta la civiltà ellenistica" è un punto cruciale. Bisanzio non fu semplicemente un custode passivo del sapere classico, ma un centro dinamico che assimilò, reinterpretò e sviluppò l'eredità ellenica in un contesto cristiano e romano. La lingua greca rimase la lingua ufficiale e culturale per oltre un millennio, le opere degli autori classici furono copiate, studiate e commentate, e il pensiero filosofico e teologico bizantino si radicò profondamente nella tradizione ellenica. Questo "Ellenismo Bizantino" si manifestò in ogni aspetto della vita, dall'arte all'architettura, dalla letteratura al diritto, dalla filosofia alla teologia.
- Esempi: Pensiamo alla continuità della filosofia neoplatonica, alla raffinata produzione letteraria e poetica (ad esempio, Romanos il Melode o Giovanni Damasceno), alla sistemazione del diritto romano in greco (il Corpus Iuris Civilis), o alla fioritura dell'arte iconografica, che reinterpretava l'estetica classica in chiave spirituale.
2. La Dimenticanza e il Ruolo del Rinascimento Occidentale:
- Contesto Storico: La Prof. Ahrweiler evidenzia una distorsione nella percezione storica. Il Rinascimento in Occidente è stato spesso presentato come una rinascita ex nihilo dell'antichità classica, oscurando il fatto che gran parte di questo sapere classico giunse in Occidente proprio grazie ai dotti bizantini che, dopo la caduta di Costantinopoli (1453) o anche prima (es. Platon a Firenze, il Cardinale BESSARIONE), portarono manoscritti e conoscenze del greco antico.
- La Scissione Religiosa: La menzione degli "scismatici" è fondamentale. Il Grande Scisma del 1054 e le successive tensioni, culminate nel Sacco di Costantinopoli del 1204 da parte dei Crociati latini, crearono una profonda frattura tra Oriente e Occidente. Questo portò a una demonizzazione reciproca e a un disinteresse, se non un disprezzo, per la cultura bizantina da parte di gran parte dell'Europa occidentale. La retorica occidentale spesso etichettava i Bizantini come "Greci" in senso dispregiativo, in contrasto con la loro auto-identificazione come "Romani".
- Conseguenza: Questa "dimenticanza" non è stata casuale ma il prodotto di secoli di divisioni politiche, religiose e culturali, che hanno portato a una narrazione storica egemonica che ha minimizzato il contributo bizantino.
3. La Continuità Greca e la Romiosyne:
- La Prospettiva Greca Moderna: La Prof. Ahrweiler sottolinea che questa "dimenticanza" non è avvenuta in Grecia. La memoria storica e l'identità nazionale greca moderna affondano le radici non solo nell'Antichità classica ma anche e soprattutto nel millennio bizantino.
- Kostis Palamàs e le "Grecie": Il riferimento a Kostis Palamàs (1859-1943), uno dei più importanti poeti nazionali greci, è significativo. Palamàs, e con lui molti intellettuali greci, comprendeva che la "grecità" non era un'entità statica, ma una tradizione plurisecolare che abbracciava l'antico, il bizantino e il moderno. Le "Grecie" indicano le diverse manifestazioni di questa civiltà nel tempo e nello spazio.
- Romiosyne (Ρωμιοσύνη): Questo è il punto culmine dell'affermazione. Romiosyne è un concetto profondo e poliedrico nell'identità greca moderna. Deriva da Romios (Ρωμιός), che significa "Romano" (nel senso di cittadino dell'Impero Romano d'Oriente). Essa incarna la continuità ininterrotta della cultura greco-ortodossa, che si sviluppa sotto l'egida dell'Impero Romano d'Oriente (Costantinopoli - Bisanzio) e poi sopravvive sotto il dominio ottomano.
- Non è solo un'identità etnica, ma una fusione di ellenismo, ortodossia cristiana e la consapevolezza di essere eredi dell'Impero Romano.
- Affermare che "una sola è la Romiosyne, la Romanitas, e la Romiosyne è esattamente la Bisanzio greca" significa ribadire che Bisanzio non fu un'entità separata o "orientale" in senso dispregiativo, ma la legittima e unica continuazione dell'Impero Romano nel suo aspetto più duraturo e culturalmente omogeneo, ovvero quello greco. Questa Romanitas bizantina è intrinsecamente greca nella sua espressione culturale, linguistica e spirituale.
In sintesi, la Professoressa Ahrweiler offre una visione revisionista e riequilibrata della storia, che restituisce a Bisanzio il suo ruolo di pilastro della civiltà ellenistica e di ponte cruciale tra l'antichità e l'età moderna, sottolineando l'importanza di una prospettiva storica che tenga conto della continuità culturale e dell'auto-identificazione delle popolazioni, piuttosto che di categorie posticce o pregiudizi occidentali. Il suo commento è un invito a riscoprire Bisanzio non come un'appendice, ma come il cuore pulsante di una "Romanità" intrinsecamente greca.
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Fonti Video: TikTok, canale Kyvernitis
Per conoscere La Ahrweiller, che è una delle più grandi studiose del mondo bizantino si veda: https://en.wikipedia.org/wiki/H%C3%A9l%C3%A8ne_Ahrweiler